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Che cos’è la zona crepuscolare oceanica e perché è rischioso il suo cambiamento?

Il cambiamento climatico può provocare l’uccisione di animali o la loro evoluzione, così come microplastiche, inquinamento e città sovraffollate o in espansione posso portare all’estinzione di alcuni animali o ad un loro adattamento.

Quello che abbiamo detto sta succedendo nella zona crepuscolare dell’oceano, una parte dei fondali che si estende da 200 a 1000 metri sotto la superficie.

In questo settore oceanico le creature si sono sempre evolute a seguito dei cambiamenti climatici millenari, ne stiamo vivendo uno nuovo che porta lo stesso risultato, la modifica dell’habitat. Lo stanno scoprendo e studiando gli scienziati dell’Università di Cardiff, che hanno monitorato per la prima volta una zona dei fondali definita la più grande sulla Terra da quando gli oceani si sono raffreddati negli ultimi 15 milioni di anni.

Pesce lupo, fonte Wikipedia

Che cos’è la zona crepuscolare e perché è chiamata mesopelagica

La zona crepuscolare oceanica viene chiamata anche zona mesopelagica, meso sta per mezzo, sono infatti 800 metri di profondità che si trovano tra una zona ancora più profonda chiamata Batipelàgica e una zona meno profonda. Viene raggiunta facilmente da sommozzatori e imbarcazioni da immersione non specializzate per toccare anche fondali ancora più profondi. Questi sono stati studiati e raggiunti con mezzi avanzati studiati e brevettati dalla Nasa, infatti più si scende e più i macchinari devono resistere a una forte pressione dell’oceano.

La prima superficie raggiunta da sole è detta eufotica, la zona mesopelagica invece è a malapena raggiunta di raggi e le creature che vivono in questo strato sono abituate a condizioni estreme e molto sensibili ai cambiamenti di temperatura.

Se dovete spiegarlo a bambini molto piccoli, potete riportare l’esempio di Dori di Nemo, quando porta il suo amico pesce pagliaccio nei fondali più profondi con la canticchiata “zitto e nuota, nuota e nuota..”, la luce solare quella pochissima presente sparisce gradualmente e si troveranno di fronte il pesce lanterna che a livello scientifico si chiamano Myctophidae, fanno parte dei pesci abissali che vivono in fondali ancora più profondi di quelli studiati dagli scienziati di Cardiff.

La parola ai ricercatori

La zona zona crepuscolare oceanica, spiegano gli scienziati, ospita alcune delle creature più misteriose del pianeta: clapton, gelatine, calamari, pesci molto strani che si sono adattati a condizioni di vita estreme, un po’ come quelle che abbiamo raccontato sotto il ghiaccio.

Un vero tesoro nascosto di biomassa e biodiversità che è fondamentale per la salute dei nostri oceani.” Qui la vita dipende da una fonte di cibo chiamata neve marina, sono detriti e altro materiale organico che affonda dalla superficie e contiene molti elementi nutritivi importanti per queste creature.

Ruolo centrale della neve marina nella pompa del carbonio oceanica (Fonte Wikipedia – Marine Snow)

Gli oceani da sempre soggetti a cambiamenti climatici, solo che ora ci viviamo noi!

Dal caldo al freddo, dal freddo di nuovo al caldo, gli oceani sono sempre stati soggetti a forti cambiamenti di temperature. Infatti, lo studio dei ricercatori è partito dalle conchiglie fossili conservate sul fondo del mare per studiare come le creature delle profondità marine fossero cambiate e diversificate nel tempo.

Durante il nostro studio, abbiamo osservato prove di specie che migrano dalla superficie verso regioni progressivamente più profonde degli oceani nel corso di un periodo di 15 milioni di anni, il che è stato sconcertante” ha spiegato la paleontologa Dottoressa Flavia Boscolo Galazzo aggiungendo che il raffreddamento delle profondità oceaniche ha dato una spinta alla vita e le ha permesso di prosperare e diversificarsi.

La temperatura dell’acqua si è rilevata la chiave del mistero ha aggiunto un’altra ricercatrice, la dottoressa Katherine Crichton spiegando un modello di simulazione al computer che ha studiato il ciclo marino del carbonio nel tempo. “L’interno dell’oceano si è notevolmente raffreddato in questo periodo. Ciò ha avuto un effetto di refrigerazione, il che significa che la neve marina che affonda è preservata più a lungo e affonda più in profondità, fornendo cibo.”

L’importanza del plancton

Credit Photo Pixabay, paleontologia

Studiano il plancton fossile e quello che tuttora vive nella zona mesopelagica (radiolaria), gli scienziati hanno sollevato preoccupazioni sul futuro degli oceani e del pianeta. Infatti le acque che si erano allora congelate adesso si stanno di nuovo riscaldando per effetto del cambiamento climatico. Si teme l’impatto nella catena alimentare di questo settore dell’oceano che è anche importante per gli animali di superficie che riescono a raggiungerlo, le conseguenze si avrebbero sull’intero ecosistema del pianeta.

Il professore Paul Pearson, a capo del progetto spiega che “molte delle forme di vita più strane si trovano nelle profondità dell’oceano, comprese le gelatine di pettine che sembrano astronavi aliene e orribili pesci con i denti. Ma sono anche vitali per le reti alimentari dell’oceano. I pesci che vivono in profondità rappresentano un miliardo di tonnellate di biomassa e sono una delle principali fonti di cibo per balene e delfini e anche grandi pesci da immersione come il tonno e il pesce spada.”

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